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Il capello è soggetto ad un ciclo vitale definito in tre fasi distinte:

Anagen – in cui il capello cresce ed ha una durata variabile soggettiva e dipendente dal sesso
Catagen – fase di stasi della durata di tre mesi
Telogen – fase in cui i capelli cadono sia naturalmente che in seguito a sollecitazioni di diversa natura

A cose normali questo ciclo si ripete senza alcuna alterazione; talvolta però a causa di fattori sia estrinseci che intrinseci alla persona, tale ciclo è soggetto ad alterazioni e modifiche sia nella durata delle singole fasi che nella comparsa di alcune di esse (più frequentemente della fase telogen che provoca l’insorgenza di caduta massiva dei capelli).

L’analisi dei capelli ha lo scopo di definire lo stato di salute del fusto ma anche e soprattutto la vitalità del bulbo pilifero, ovvero la zona germinativa del capello che non può essere visibile con l’osservazione macroscopica alla microcamera.

Per questo è necessario un prelievo di un piccolo campione di capelli eseguito per “strappo” in una zona ben definita della testa che fornisca statisticamente le informazioni di cui si necessita per una corretta analisi. Solo in questo modo si riesce ad intervenire in modo specifico con il trattamento più adeguato alla problematica rivelata. Al prelievo, previo giusto montaggio di un vetrino, segue l’osservazione al microscopio con luce polarizzata.

Questo strumento a seconda della vitalità del bulbo genera una colorazione diversa dello stesso. Un programma specifico definisce inoltre la composizione del capello in percentuali relative. Si mettono così in evidenza deficit della composizione dei capelli. Vengono tenute conto altre variabili quali: secrezione sebacea, integrità della guaina e delle punte, pigmentazione, brillantezza, resistenza allo strappo, porosità.

Per eseguire le analisi dei capelli è necessario astenersi dallo shampoo almeno nel giorno antecedente l’appuntamento sia della osservazione alla microcamera sia per il prelievo per poter meglio avere un quadro veritiero della problematica.

L’analisi del capello non è dolorosa, non pregiudica la crescita dei capelli e non danneggia la cute; è semplicemente il miglior strumento a disposizione per una corretta diagnosi tricologica.

Tra le problematiche che più preoccupano ci sono diversi tipi di alopecia, i telogen effluvi e la più frequente, sia negli uomini che nelle donne, la calvizie androgenetica. La calvizie androgenetica è un fenomeno che colpisce in prevalenza gli uomini ma anche le donne; i primi segni possono presentarsi anche in età molto giovane, magari scatenati da fattori fisio-patologici, disordini alimentari, oppure sempre più spesso, da stress patologici. Si presenta con capelli assottigliati, diradati soprattutto nelle aree frontali ed al vertice della testa.

La causa principale è di natura genetica e/o immunologica: un fattore scatenante o semplicemente la predisposizione genetica, causano un aumento della sensibilità dei follicoli piliferi a derivati degli ormoni androgeni.

Solo con un approccio diretto tra specialista e paziente si può determinare la causa della problematica al fine di intervenire nel modo più corretto innanzitutto a stabilire la situazione e mantenere i propri capelli.

Per questo può essere necessario un intervento terapeutico e la dove si voglia anche un intervento di chirurgia tricologica con l’autotrapianto dei capelli: un riposizionamento dei propri capelli da una zona donatrice (dove non sono soggetti a caduta) alla zona da rinfoltire.

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